sabato 22 settembre 2007

Una storia poco edificante - Le lamiere luogo di degrado alla Gammarana

STORIA NON MOLTO “EDIFICANTE” di una zona bellissima, che l’incuria dei pubblici poteri, a vari livelli, ha consegnato al degrado e all’abbandono.

PUNTO X PUNTO

X CHI HA PRESENTATO RICHIESTA DI CONCESSIONE EDILIZIA SENZA IL RISPETTO DELLE NORME DI LEGGE
X CHI DOVEVA CONTROLLARE E NON LO HA FATTO
X CHI HA SANATO UNA SITUAZIONE AMMINISTRATIVA POCO CHIARA
X CHI CREDE NELLA TRASPARENZA AMMINISTRATIVA
X CHI A FRONTE DELLE NOSTRE DENUNCE NON SI E ‘ SENTITO IN DOVERE A INTERVENIRE
X CHI CREDE CHE LA QUALITA’ E LA VIVIBILITA’ DI UNA PARTE DEL TERRITORIO POSSA CRESCERE ANCHE ATTRAVERSO IL CONFRONTO

I QUANDO E I PERCHE’ CHE ASPETTANO UNA RISPOSTA
QUANDO ..
….gli amministratori di Enti diversi trovano il modo per rendere poco visibile un modo non molto attento di amministrare.
…. chi negli anni ha amministrato l’IPAB e non è stato in grado di salvaguardare un patrimonio, trovando il modo di farlo, presentando istanze a costruire in carenza dei requisiti a norma di legge.
… gli Amministratori Comunali, visto che le concessioni con carenza documentale amministrativa e prive di ogni requisito di inizio lavori, sanano il tutto con l’ultima approvazione del PRG, dimenticando che avrebbero dovuto controllare o verificare chi doveva controllare.
….. le lamiere diventano un simbolo per la città, assistendo esterrefatti allo scempio visivo che quotidianamente ci troviamo di fronte nella area IPAB alla Gammarana dove le lamiere, luogo di affissione selvaggia, imperano sin dal 2003.
…. chi doveva controllare, viste le nostre continue denunce, sin dal 2004 avrebbe dovuto almeno porsi il problema.
PERCHE’…
…. chi negli anni ha amministrato l’IPAB ha presentato l’ istanza per la richiesta di concessione edilizia, carente di documentazione e con un inizio lavori mai avvenuto, mettendo a rischio la valorizzazione del proprio patrimonio?
…. chi doveva verificare la documentazione delle concessioni e l’effettivo inizio lavori, che non vi è mai stato, non ha sospeso le concessioni sin dal 2004?
….. l’ approvazione del nuovo PRG, resasi necessaria, come dichiarato dagli Amministratori, anche per il sovradimensionamento del precedente PRG, ha riassegnato la edificabilità ad un’area con destinazione a verde?
…… si è atteso l’approvazione del nuovo PRG (2007), demandando il tutto alla volontà del Consiglio Comunale, pur sapendo che sull’area IPAB sin dal 2004 le concessioni andavano sospese e/o revocate.
….. le nostre continue segnalazioni sin dal 2004, la richiesta di accesso agli atti del giugno 2006, le osservazioni al nuovo PRG non hanno avuto mai risposta?

La nostra non è una battaglia contro l’IPAB, che riteniamo una istituzione sociale molto importante per la città, ma contro un modo di gestire con poca trasparenza che non condividiamo. Rivendichiamo nel contempo gli altrettanto legittimi diritti al verde dei cittadini della Gammarana.

I QUANDO E I PERCHE ASPETTANO
Una risposta in tempi brevi, anche con gli stessi mezzi.
Un confronto pubblico
ALTRIMENTI
Nostro malgrado utilizzeremo vie alternative al fine di fare chiarezza.

Teramo 21 settembre 2007
Il presidente
Ing. Alfonso Marcozzi

venerdì 18 maggio 2007

4 EDIZIONE "GAMMARANA MANI...FESTA ARTE CULTURA SPORT

L’ASSOCIAZIONE DI QUARTIERE GAMMARANA, con il contributo del Comune di Teramo, dell’Amministrazione Provinciale di Teramo, dell’ATO Teramo, della Ruzzo Reti, della Ruzzo Servizi, in collaborazione con la Direzione Didattica 4° Circolo, l’Istituto Comprensivo “D’ Alessandro” di Teramo, l’ Asilo Nido “Pinocchio”, Pubblica Istruzione/Comune di Teramo, il Liceo Artistico di Teramo, il CONI, il Consorzio del Nucleo Industriale, l’API Teramo anche quest’anno organizza,
nell’ area del EX VILLEROY (Gammarana)
sabato 26 maggio 2007 4^ edizione di
“GAMMARANA IN FESTA
tra
CULTURA, ARTE E SPORT”
Una giornata dedicata allo sport, all’arte e alla cultura col fine condiviso di “stare insieme”, per vivere momenti autentici di benessere e creatività, per dimostrare, a noi stessi e agli altri, che divertirsi, giocare ed esprimersi sono …linguaggi ancora possibili nella nostra città.

Le iniziative:
LO SPORT
Il linguaggio del corpo in tutte le sue espressioni sportive è sempre presente nell’area Gammarana. Un ’area vocata al footing, al piacere della passeggiata, allo star bene insieme inoltrandosi anche nell’area Acquaviva e nel Parco fluviale. Il CONI, quest’anno ha trasformato la nostra tradizionale iniziativa, rivolta ai bambini, in una manifestazione a livello provinciale: tutte le discipline sportive come piacere e scoperta del proprie personali attitudini. Saranno presenti le rispettive Federazioni (Atletica, Pallamano, Pallacanestro, Tiro con l’arco, Pattinaggio, Tennis, Ginnastica, Baseball), al fine di coinvolgere i bambini delle scuole elementari e medie della provincia di Teramo, che vivranno gli sport a contatto diretto con atleti e tecnici. Lo sport non solo per i bambini ma anche per quanti a livello amatoriale utilizzano gli spazi della Gammarana per il benessere fisico e non solo.
Infatti in serata un’ importante evento “GAMMARANA WELNESS 2007 fitness benessere e sport” organizzato in collaborazione con la palestra WELNESS coinvolgerà tutti coloro che a livello amatoriale vorranno cimentarsi in un percorso podistico di 5 km oltre a Spinning e Walking.

MANI…FESTARTE
Torna il linguaggio dei Murales sui muri della ex Villeroy. L ‘ anno scorso sui muri della ferrovia fu dipinto dai bambini il treno della fantasia. Il treno come segno importante del quartiere e dell’intera città sulla cui valorizzazione tanta discussione si è accesa. I bambini hanno dipinto il treno della fantasia che porta con sé la nostra storia, il nostro tempo e l’immaginario dell’abitare luoghi, spazi fisici e metaforici.
Quest’anno torniamo sui muri della ex Villeroy. Quale sarà il suo destino? Sede permanente di performance di arte contemporanea? (Ha ospitato non a caso le istallazioni, ancora presenti ed emozionanti dell’artista Diego Esposito.) Oppure sarà ristrutturata per ospitare anche il Museo della tecnica e delle Invenzioni? Tale idea è stata portata avanti anche dall’Associazione Gammarana all’interno di un progetto complessivo al fine di istituire nell’ area Villeroy il primo cluster del “Distretto della conoscenza” o “Distretto Culturale evoluto”. Con molta convinzione ed efficacia l’ idea del “Museo della tecnica e delle Invenzioni” è stato presentata in un recente incontro con le pubbliche Amministrazioni dall’ Ing. Luigi D’Antonio. In tale Convegno l’Associazione Gammarana ha offerto il suo contributo.
Intanto continua il lavoro di cura, di attenzione, dei piccoli artisti che si esprime con la pittura dei murales. Il tema della 4^ Edizione: “ ANCH’IO NON HO ACQUA DA PERDERE..”.
Tema molto forte e sentito con il quale i bambini si sono misurati come sempre in modo serio ed appassionato.
Verranno dipinti i bozzetti scelti da una giuria presieduta dal Professor Melarangelo, che ci offre di nuovo la sua competenza e la sua passione anche per coordinare e supportare artisticamente l’impegno dei piccoli artisti. Parteciperà ancora il Liceo Artistico con i ragazzi del Professor Marco Pace. Sarà attiva la creatività dei bambini del Nido Pinocchio, con la Coordinatrice Ferrante Anna, che fa parte del Comitato Artistico. Parteciperanno in particolare i bambini delle classi quarte e quinte delle scuole elementari Risorgimento e S. Berardo del IV Circolo. L’ Istituto D’Alessandro, con il Dirigente Scolastico, Prof. Vittorino Valernte, è al centro di tutta l’iniziativa di Mur..Arte, con i ragazzi delle Prof. Anna Maria Di Antonio e Legnetti Oriana. Tutti impegnati a trasformare quello che era diventato un non-luogo: simbolo di abbandono e degrado il un luogo significativo, depositario di messaggi estetici, ecologici e civili.
I bambini e i ragazzi con le loro opere d’arte hanno fatto ciò che fino ad ora la società degli adulti non è riuscita a fare: interrompere il processo di degrado dell’area ex industriale, centro nevralgico, peraltro, del Nuovo Piano Regolatore. Con le loro decorazioni, con le opere d’arte i piccoli artisti hanno modificato il paesaggio urbano. Un muro anonimo e degradato è diventato esteticamente piacevole; trasmette i messaggi, la cultura, i desideri dei bambini e dei ragazzi, espressi attraverso il linguaggio della pittura. I muri della ex fabbrica sono diventati il simbolo della cura, dell’amore per il proprio territorio; segno di speranza per una nuova idea di comunità, di città. Non a caso abbiamo assistito ad un fenomeno singolare ed emblematico: quello che era un non-luogo, da evitare e da cui allontanarsi è diventato il luogo cercato, lo sfondo originale e bello per servizi fotografici dei matrimoni. Gli sposi vogliono immortalare il loro giorno, il giorno più bello della loro vita alla Gammarana, con lo sfondo dei Murales. Non ci poteva essere commento ed attestato più significativo per la nostra iniziativa e per l’dea di qualità della vita alla Gammarana, per cui ci caratterizziamo come Associazione fin dalla nostra nascita.
L’anno scorso i bambini hanno trovato nelle superfici murarie delle scuole e di queste aree ex- industriali il luogo per esprimere le proprie idee sul tema del treno e della ferrovia.
Quest’anno il tema sara’ “L’acqua è preziosa, risparmiala” . Già nell’anno scorso mani amorevoli, piccole e grandi, hanno decorato i muri di cinta della ex-fabbrica, attraverso i murales.
Quest’anno la manifestazione prevede il coinvolgimento di imprese quali la Cingoli Nicola e figlio, la EDIL ’83 e la DMP con un progetto di responsabilità sociale (CSR) intorno ad UN’IDEA CHE FA INCONTRARE PROFIT E NON PROFIT CON PROFITTO con uno slogan importante :
ANCH’IO NON HO ACQUA DA PERDERE.....
La responsabilità sociale d’impresa (Corporate Social Responsibility – CSR) è stata definita, sul Libro Verde della Commissione Europea del 2001, come “integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
Nel documento è specificato che essere socialmente responsabili vuol dire “non solo soddisfare pienamente gli obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di là, investendo di più nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate”.
Il tema della CSR va inquadrato, peraltro, nell’ambito delle politiche per la competitività dell’impresa e del sistema economico, ricollegandosi direttamente con il concetto di “sviluppo sostenibile”.
Sostenibilità è la “capacità di una organizzazione (o società) di continuare, in maniera duratura nel tempo, le proprie attività, tenendo in debita considerazione l’impatto che queste ultime hanno sul capitale naturale, sociale e umano” In altri termini, la CSR è il contributo che le imprese offrono allo sviluppo sostenibile.
Ed infine a partire dalle ore 21,30:
MUSICA E CABARET
Concluderà la serata il noto, divertentissimo spettacolo televisivo
Colorado caffè

Il segretario
(Prof.Giovanni Pettinaro)

giovedì 15 febbraio 2007

QUALCHE RIFLESSIONE SU CULT

QUALCHE RIFLESSIONE SU CULT

Queste riflessioni vengono prodotte sulla scorta di una lettura, forse poco attenta, del messaggio di presentazione di CULT e le relazioni tematiche che verranno presentate al convegno.

L’ipotesi di un progetto di distretto culturale evoluto fu avanzato nel corso dell’ultimo incontro del Piano Strategico ma la discussione fu bloccata sul nascere visto che non era il momento di produrre anticipazioni!!!!

L’iniziativa estremamente importante sembra alquanto poco coordinata, forse per una lettura poca attenta, tra quanto affermato nella lettera di presentazione dell’evento e quanto riportato nell’elencazione degli interventi al convegno.

Sarebbe stato auspicabile, visto il contenuto della lettera di presentazione al convegno, che il tema fosse stato approfondito durante i tavoli del Piano Strategico al fine di rendere partecipi al progetto CULT anche gli altri attori culturali presenti sul territorio.

Alcune idee per dare un contributo in positivo all’iniziativa. (*)

Le modalità di sviluppo del territorio hanno rappresentato nel corso degli ultimi decenni un campo di ricerca per urbanisti, architetti, scienziati dell’ambiente, economisti, geografi, antropologi, sociologi, in uno sforzo comune di individuazione, ciascuno dalla propria prospettiva disciplinare, dei fattori critici capaci di spiegare le formule d’organizzazione e sviluppo del territorio.

Attraverso l’analisi dei processi di sviluppo territoriale delle società post-industriali è possibile osservare il peso rilevante assunto da una formula di capitale presente nel territorio ma fino ad ora scarsamente accreditata di fornire nuovi stimoli alla crescita del sistema locale nel suo complesso: la cultura.

Gli elementi chiave del successo nello sviluppo dell’economia e del territorio, un complesso dove l’influenza della società quale sistema articolato di conoscenze e saperi trasmissibili, contiguità tra spazio abitativo e spazio produttivo, infrastrutture ed elementi paesaggistici presenti, danno modo di creare un sistema in grado di permettere la produzione a livelli di eccellenza qualitativa di beni e servizi, promuovendo al contempo la crescita di tutto il sistema anche nel settore sociale e ambientale.

Viene quindi ad esplicitarsi la relazione tra economia, società e territorio quale sistema complesso in grado di generare crescita e sviluppo, e diviene quindi evidente come nelle attuali società occidentali sia in atto un confronto non più unicamente tra agenti economici, ma tra sistemi territoriali,dove l’organizzazione delle risorse e lo sviluppo organico degli elementi precedentemente richiamati è presupposto necessario alla crescita della competitività del sistema e della sua capacità di attrarre risorse dall’esterno, e dove il concetto di valore assume nuovi connotati quale chiave strategica per lo sviluppo del territorio.

A fronte di queste riflessioni si ritiene non molto interessante la proposizione di un modello culturale o meglio di un distretto culturale mono-filiera dove vige solo il modello della città d’arte (secondo una lettura poca attenta degli interventi proposti al convegno).

Senza entrare nel merito questo approccio ha rivelato tutti i suoi limiti quando si esaminano le conseguenze dirette di questo atteggiamento: la creazione di una vera e propria economia della rendita culturale, caratterizzata da una attenzione quasi nulla alle problematiche della produzione di nuova offerta culturale e al confronto con le realtà internazionali più propositive ed innovative in ambito culturale.

La preoccupazione pressoché unica è quella di garantire le condizioni di attrazione di una domanda turistica mass-market interessata ad una fruizione immediata e poco sofisticata dei luoghi-simbolo della città.

Per superare i limiti dell’approccio del distretto culturale mono-filiera bisogna muoversi verso una concezione di distretto culturale ‘evoluto’ fondata sull’esistenza di complementarità strategiche tra filiere culturali differenti, appartenenti a settori produttivi diversi, tanto interni che esterni agli ambiti della produzione culturale.
In questa concezione la produzione e la fruizione culturale non vengono intese tanto come centri di profitto quanto piuttosto come elementi di una catena del valore complessa di natura post-industriale, e svolgono in particolare funzioni di generazione e di diffusione di idee e pensiero creativo a favore di filiere produttive che hanno bisogno di questo tipo di apporto per perseguire modelli di specializzazione e di vantaggio competitivo ad alto valore aggiunto immateriale

Il distretto culturale evoluto si caratterizza poi per una eclettica combinazione di elementi top-down e bottom-up, che nasce da un complesso processo di contrattazione tra i vari attori locali dello sviluppo e dal ruolo specifico che ciascuno di essi assume in uno specifico contesto locale. Si tratta in altre parole di un processo di auto-organizzazione guidata, nella quale i tre macroeffetti (esercitare attrazione verso l’esterno, in particolare nei confronti di professionisti e talenti creativi; produrre innovazione per il sistema economico e culturale; ri-orientare a livello motivazionale gli individui e la società verso attività ad alto contenuto esperienziale) si combinano rispondendo creativamente ai vincoli posti dalla storia e dalle caratteristiche del contesto locale.

La crescita della competitività del sistema economico quale fattore di sviluppo locale attraverso la creatività non è generata solamente dalla capacità di attrazione nel territorio dei knowledge workers, ma dal tramutare questa potenzialità e di utilizzarla per la costruzione di un sistema territoriale che da queste risorse trae nuove idee e modalità di sviluppo.

Ciò è importante in quei sistemi definiti da Porter [1] innovation-driven economies , dove lo sviluppo e la competitività del sistema vengono ad essere caratterizzati dalla presenza di elementi quali un sistema sociale ben integrato, opportunamente sensibilizzato e partecipe del progetto di sviluppo grazie all’introduzione di risorse e politiche destinate alla partecipazione degli individui e all’inclusione sociale, la localizzazione di infrastrutture culturali/ricreative, la presenza di un sistema educativo e di centri di ricerca di alto livello, un sistema economico/produttivo in grado di interagire con gli attori preesistenti.

Le caratteristiche peculiari per la creazione di un sistema territoriale competitivo nello scenario post-industriale sono quindi riscontrabili nella:

• localizzazione di attività economiche diversificate nei campi della produzione di beni e servizi ad alto valore aggiunto in grado di generare flussi di interscambio delle conoscenze quali fattori di generazione dell’innovazione;
• presenza di capitale umano di elevata qualità, in grado di elaborare nuove modalità operative e conoscenze per un approccio creativo alla produzione e alla risoluzione dei problemi connessi;
• esistenza di una base di capitale sociale funzionale alla costituzione di un network in grado di collegare strutture comunitarie, associazioni, industria privata e istituzioni pubbliche, istituzioni culturali e sistema educativo;
• possibilità di vivere e lavorare in un luogo ricco di infrastrutture culturali e sportivo/ricreative quali teatri, musei, sale da concerti, impianti sportivi, cinema, locali, e così via, e la presenza di cultural diversity in grado di fornire occasione di formazione e arricchimento personale dell’individuo anche attraverso momenti di confronto e scambio relazionale con altre persone e culture.

I nuovi processi di sviluppo in atto necessitano di forme di cooperazione molto articolate nelle quali le istituzioni, le imprese, le strutture culturali e formative, le associazioni di privati cittadini sappiano formulare e perseguire efficacemente sistemi di obiettivi condivisi, così da innescare un processo di trasformazione strutturale del territorio nel senso di un orientamento crescente alla produzione e alla diffusione di conoscenze e di attività ad alto contenuto esperienziale, che poi tenderà a diventare elemento di attrazione, modalità endogena di marketing dal territorio piuttosto che esogena e quindi inevitabilmente artificiosa e forzata.



(*) Le riflessioni prodotte in questo testo sono state tratte da articoli sul tema dalla Rivista: Global & Local Economic Review


Presidente Associazione Culturale Quartiere Gammarana
Ing. Alfonso Marcozzi


[1] Michael E. Porter (nato nel 1947) è Professore alla William Lawrence University, università basata sulla Harvard Business School dove dirige l'Institute for Strategy and Competitiveness.
Porter è uno dei maggiori contribuenti della teoria della strategia manageriale. I suoi obiettivi più importanti erano quelli di poter determinare come una società (azienda), o una regione, possa costruirsi un vantaggio competitivo.

lunedì 15 gennaio 2007

DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO

IL DISTRETTO CULTURALE EVOLUTO NELL’AREA VILLEROY ALLA GAMMARANA

Le modalità di sviluppo del territorio hanno rappresentato nel corso degli ultimi decenni un campo di ricerca per urbanisti, architetti, scienziati dell’ambiente, economisti, geografi, antropologi, sociologi, in uno sforzo comune di individuazione, ciascuno dalla propria prospettiva disciplinare, dei fattori critici capaci di spiegare le formule d’organizzazione e sviluppo del territorio.

Attraverso l’analisi dei processi di sviluppo territoriale delle società post-industriali è possibile osservare il peso rilevante assunto da una formula di capitale presente nel territorio ma fino ad ora scarsamente accreditata di fornire nuovi stimoli alla crescita del sistema locale nel suo complesso: la cultura.

Nel campo dell’urbanistica lo sviluppo del territorio urbano è stato affrontato da almeno tre punti di vista: pianificazione, gestione, governo del territorio.

Gli anni dai ’50 ai ’70 sono stati caratterizzati dalla “spatial planning”, cioè l’idea che il controllo la crescita urbana possa essere regolato e controllato dalle istituzioni attraverso il PRG o Master Plan con la volontà di definire la dimensione spaziale ottimale della città con l’obiettivo di controllare le dis-economie, razionalizzare le risorse, utilizzando lo “zoning” quale elemento di controllo del suolo a livello di destinazione d’uso, e determinare al livello istituzionale le scelte di investimento dei privati.

Dalla fine degli anni ’70 emerge un orientamento prevalente verso il controllo della crescita e dell’organizzazione della città, e verso la gestione delle trasformazioni urbane nel loro complesso; allo strumento dirigistico del PRG si sostituisce la gestione dell’area urbana attraverso l’“urban management”, le istituzioni locali assumono così il ruolo di manager della crescita urbana.

Nel corso degli anni ’90 si passa al livello di “governance urbana”, una forma evoluta di presidio del territorio per mediare e governare gli interresi e conflitti. Viene quindi introdotta la pratica di definire la caratterizzazione tipologica del territorio attraverso uno strumento che abbia l’obiettivo di creare consenso tra gli attori: il piano strategico. Nel processo di pianificazione della città, infatti, entrano in gioco numerosi attori, portatori di interessi locali, pubblici e privati, associazioni, variabili di un sistema complesso di difficile gestione se non con un approccio integrato che veda la possibile comunicazione tra le parti attraverso la costituzione di un linguaggio comune e la creazione di network, e che mira a fornire le linee guida per la gestione del territorio, quale organismo
strutturato che si sviluppi e agisca in risposta ad una pluralità di interessi ed obiettivi anche parzialmente in conflitto.

A livello economico, quale risposta al processo di globalizzazione iniziato alla fine degli anni ’70 — che ha portato alla delocalizzazione dai paesi occidentali di importanti settori produttivi (e in particolare della quasi totalità dei settori manifatturieri), a vantaggio dei paesi in via di sviluppo meno soggetti a vincoli e restrizioni in termini di costo e tutela del lavoro — si è assistito al proliferare delle ricerche volte a comprendere la relazione tra economia e territorio, nella direzione di fornire nuovi elementi in grado di contrastare e governare la tendenza in atto.

Emerge chiaramente quali sono gli elementi chiave del successo nello sviluppo dell’economia e del territorio, un complesso dove l’influenza della società quale sistema articolato di conoscenze e saperi trasmissibili, contiguità tra spazio abitativo e spazio produttivo, infrastrutture ed elementi paesaggistici presenti, dà modo di creare un sistema in grado di permettere la produzione a livelli di eccellenza qualitativa di beni e servizi, promuovendo al contempo la crescita di tutto il sistema anche nel settore sociale e ambientale.

Viene quindi ad esplicitarsi la relazione tra economia, società e territorio quale sistema complesso in grado di generare crescita e sviluppo, e diviene quindi evidente come nelle attuali società occidentali sia in atto un confronto non più unicamente tra agenti economici, ma tra sistemi territoriali,dove l’organizzazione delle risorse e lo sviluppo organico degli elementi precedentemente richiamati è presupposto necessario alla crescita della competitività del sistema e della sua capacità di attrarre risorse dall’esterno, e dove il concetto di valore assume nuovi connotati quale chiave strategica per lo sviluppo del territorio.

A fronte di queste riflessioni si ritiene non molto interessante la proposizione di un modello culturale o meglio di un distretto culturale mono-filiera dove vige solo il modello della città d’arte.

Senza entrare nel merito questo approccio ha rivelato tutti i suoi limiti quando si esaminano le conseguenze dirette di questo atteggiamento: la creazione di una vera e propria economia della rendita culturale, caratterizzata da una attenzione quasi nulla alle problematiche della produzione di nuova offerta culturale e al confronto con le realtà internazionali più propositive ed innovative in ambito culturale.
La preoccupazione pressoché unica è quella di garantire le condizioni di attrazione di una domanda turistica mass-market interessata ad una fruizione immediata e poco sofisticata dei luoghi-simbolo della città.

Per superare i limiti dell’approccio del distretto culturale mono-filiera bisogna muoversi verso una concezione di distretto culturale ‘evoluto’ fondata sull’esistenza di complementarità strategiche tra filiere culturali differenti, appartenenti a settori produttivi diversi, tanto interni che esterni agli ambiti della produzione culturale.
In questa concezione la produzione e la fruizione culturale non vengono intese tanto come centri di profitto quanto piuttosto come elementi di una catena del valore complessa di natura post-industriale, e svolgono in particolare funzioni di generazione e di diffusione di idee e pensiero creativo a favore di filiere produttive che hanno bisogno di questo tipo di apporto per perseguire modelli di specializzazione e di vantaggio competitivo ad alto valore aggiunto immateriale

Il distretto culturale evoluto si caratterizza poi per una eclettica combinazione di elementi top-down e bottom-up, che nasce da un complesso processo di contrattazione tra i vari attori locali dello sviluppo e dal ruolo specifico che ciascuno di essi assume in uno specifico contesto locale. Si tratta in altre parole di un processo di auto-organizzazione guidata, nella quale i tre macroeffetti (esercitare attrazione verso l’esterno, in particolare nei confronti di professionisti e talenti creativi; produrre innovazione per il sistema economico e culturale; ri-orientare a livello motivazionale gli individui e la società verso attività ad alto contenuto esperienziale) si combinano rispondendo creativamente
ai vincoli posti dalla storia e dalle caratteristiche del contesto locale.

La crescita della competitività del sistema economico quale fattore di sviluppo locale attraverso la creatività non è generata solamente dalla capacità di attrazione nel territorio dei knowledge workers, ma dal tramutare questa potenzialità e di utilizzarla per la costruzione di un sistema territoriale che da queste risorse trae nuove idee e modalità di sviluppo. Ciò è importante in quei sistemi definiti da Porter innovation-driven economies (Porter 2003), dove lo sviluppo e la competitività del sistema vengono ad essere caratterizzati dalla presenza di elementi quali un sistema sociale ben integrato, opportunamente
sensibilizzato e partecipe del progetto di sviluppo grazie all’introduzione di risorse e politiche destinate alla partecipazione degli individui e all’inclusione sociale, la localizzazione di infrastrutture culturali/ricreative, la presenza di un
sistema educativo e di centri di ricerca di alto livello, un sistema economico/produttivo in grado di interagire con gli attori preesistenti.
Le caratteristiche peculiari per la creazione di un sistema territoriale competitivo nello scenario post-industriale sono quindi riscontrabili nella: localizzazione di attività economiche diversificate nei campi della produzione di beni e servizi ad alto valore aggiunto in grado di generare flussi di interscambio delle conoscenze quali fattori di generazione dell’innovazione; presenza di capitale umano di elevata qualità, in grado di elaborare nuove modalità operative e conoscenze per un approccio creativo alla produzione e alla risoluzione dei
problemi connessi;
• esistenza di una base di capitale sociale funzionale alla costituzione di un network in grado di collegare strutture comunitarie, associazioni, industria privata e istituzioni pubbliche, istituzioni culturali e sistema educativo;
• possibilità di vivere e lavorare in un luogo ricco di infrastrutture culturali e sportivo/ricreative quali teatri, musei, sale da concerti, impianti sportivi, cinema, locali, e così via, e la presenza di cultural diversity in grado di fornire occasione di formazione e arricchimento personale dell’individuo anche attraverso momenti di confronto e scambio relazionale con altre persone e culture.
I nuovi processi di sviluppo in atto necessitano di forme di cooperazione molto articolate nelle quali le istituzioni, le imprese, le strutture culturali e formative, le associazioni di privati cittadini sappiano formulare e perseguire efficacemente
sistemi di obiettivi condivisi, così da innescare un processo di trasformazione strutturale del territorio nel senso di un orientamento crescente alla produzione e alla diffusione di conoscenze e di attività ad alto contenuto esperienziale, che
poi tenderà a diventare elemento di attrazione, modalità endogena di marketing dal territorio piuttosto che esogena e quindi inevitabilmente artificiosa e forzata.



1) Le riflessioni prodotte in questo testo sono state tratte da articoli sul tema dalla Rivista: Global & Local Economic Review

Il Presidente Associazione Culturale Quartiere Gammarana
Ing. Alfonso Marcozzi