mercoledì 29 aprile 2015

RIFLESSIONI E DENUNCIA AREA VILLEROY


Al Sig. Sindaco del Comune di Teramo

  Al Sig. Presidente del Tribunale di Teramo

                     Al Sig. Giudice fallimentare presso il Tribunale di Teramo

                               Al Sig. Segretario Generale del Comune di Teramo

Al Responsabile del patrimonio pubblico del Comune di Teramo

 Al Sig. Dirigente del Catasto di Teramo – presso Agenzia delle Entrate

  Ai Capigruppo del Consiglio Comunale di Teramo

 

OGGETTO: RICHIESTA DI CHIARIMENTI SUI TERRENI, IN GAMMARANA, OVE INSISTEVA IL SITO INDUSTRIALE DELLA VILLEROY  “ EX SPICA”,   OGGETTO DI VENDITA DA PARTE DEL TRIBUNALE DI TERAMO – CESSIONI FRUSTOLI STRADALI DELIBERA CONSIGLIO COMUNALE N. 2 DEL 29.01.2015

VIDEO DEL 2012  https://youtu.be/Fdkf-kRfdN0
VIDEO DEL 27 APRILE 2015  https://youtu.be/awXf_9kuO6I

                Egregio Sig.ri in indirizzo,  nell’ottica di collaborazione  che contraddistingue questa Associazione Culturale poniamo alla Vostra attenzione alcune situazioni, a nostro giudizio poco chiare, riferibili al sito della ex Villeroy, nella zona Gammarana,  oggetto di vendita da parte del Tribunale di Teramo Sezione Fallimentare. 

            Dalla lettura della delibera del Consiglio Comunale, citata in oggetto,  emerge che le aree oggetto di cessione e scambio sono quelle provenienti dalle donazioni fatte dal Comune di Teramo a rogito del notaio Franchi allegate alla presente.

            Le aree, in vendita da parte del tribunale e oggi in parte oggetto di scambio, furono appunto donate dall’allora Amministrazione comunale, Sindaco il Colonnello Gaetano Biocca,  al Sig. Potito Randi/Spea/Villeroy  con l’unico fine “esclusivo e perpetuo” (come evidenziato in rosso negli atti allegati) volto alla   realizzazione di una fabbrica, denominata SPICA,  per la produzione di mattonelle.

            Ci si riferisce in particolare all’atto di donazione a rogito del notaio Mario Franchi, Rep. 270/145 del 21 gennaio 1954,  il quale,  per espressa volontà del Consiglio Comunale,  donava al sig. Potito Franchi poco piu’ di 3 ettari di terreno del valore presunto, all’epoca, di 31 milioni.

            Nello specifico il deliberato del consiglio riporta testualmente  l’atto di donazione viene effettuato alla essenziale condizione che su detta area abbia a sorgere uno stabilimento industriale da costruirsi dalla Società Prodotti  Industrie Ceramiche e Affini S.P.I.C.A ……….” così come riportato nel succitato atto.

            Nel successivo atto di donazione del 22 dicembre 1955 rep.818/414, sempre a rogito del Notaio Mario Franchi, e su espressa volontà del Consiglio Comunale,  venivano donati al Sig. Potito Randi altri 2500 mq circa.

            Nello specifico il deliberato del Consiglio Comunale  riporta testualmente “donare alla Società Prodotti Industriali Ceramiche e Affini S.P.I.C.A. anche i due appezzamenti di terreno ………….. a condizione che su detti appezzamenti abbiano a sorgere costruzioni connesse all’attività dello stabilimento e destinate in perpetuo a tale uso.” così come riportato nel succitato atto. Gli stralci degli atti notarili richiamati sono allegati alla presente.

Nel delibera del consiglio comunale non vi è traccia di come dette aree siano diventate di proprietà del sig. Potito Randi/Spea/Villeroy.

Analizzata questa prima criticità, di cui abbiamo chiesto da tempo risposte ma mai formulate e con al presente torniamo a sollecitare i sig.ri in indirizzo affinché nel merito si pronuncino, andiamo analizzare un altro aspetto della citata delibera del consiglio comunale.

In detta delibera appunto si richiamano solo gli atti notarili citati per giustificare la titolarità dei beni in capo al sig. Potito Randi/Spica/Villeroy.

Orbene basta andare a confrontare visivamente l’allegato 1 (Planimetria catastale) e le planimetrie collegate agli stralci degli atti notarili per rendersi conto  che le aree oggetto di scambio non sono nella titolarità del sig. Potito Randi/Spea/Villeroy.

Quindi in sostanza il Comune scambia  e riscambia le proprie aree.

Nella delibera consiliare viene richiamato un documento, o meglio un atto unilaterale (prodotto dalla curatela e non dal comune) che predispone una ricognizione dei beni.

Al di là dello scambio epistolare di note tra le parti per cercare di sanare una situazione paradossale non vi è traccia di nessun atto pubblico che porti le aree oggetto di scambio in capo al sig. Potito Randi/Spea/Villeroy. Si fa presente che le suddette note di verifiche sono state poste in essere dopo che l’ Associazione scrivente aveva sollevato dubbi sulla titolarità del bene.

Andando ad analizzare la planimetria allegata alla perizia di stima redatta dai Consulenti del tribunale (Allegato 2) si evince chiaramente che alcuni terreni oggetto di scambio non entravano nella vendita da parte del tribunale.

La perizia redatta dai consulenti, come chiaramente acclarato dalla delibera consiliare, portava nel conteggio delle aree da vendere immobili palesemente in proprietà al Comune e accatasti poco prima della redazione della perizia come relitti stradali.

Sulla scorta delle prime considerazioni di cui sopra ai Sigg. in indirizzo si chiede:

  • quali sono stati gli atti pubblici di Consiglio Comunale che hanno classificato le particelle catastali come relitti stradali e consegnati all’ ex ufficio territoriale del Catasto,
  • se la perizia redatta dai CTU con errori nella individuazione della aree da mettere in vendita è stata pagata,  rilevato che i creditori si vedono eroso il patrimonio.

La perizia redatta dai CTU in data 01.12.2009 portava come valore dell’area oggetto di vendita un importo pari a € 9.400.000 per un totale di mq 20.000.  Gli stessi CTU affermavano che detto valore teneva conto dell’attuale crisi economica finanziaria.  Si ricorda altresì che detta area, prima delle tentate vendite, era stata oggetto di intervento di demolizione e rimozione amianto per un importo di circa € 1.200.000.   Da conti banali si arriva ad una prima valutazione del valore di mercato delle aree 9.400.000/20.000= 470,00 €/mq. La prima tentata vendita del 04 marzo 2010 andava deserta.

Veniva fissata un’altra data di vendita per il giorno 21 luglio 2011 ad un prezzo di € 6.500.000 quindi con un valore a mq di area pari a 6.500.000/20.000= € 325,00/mq.

 In ogni caso ambedue le vendite non potevano essere portate a compimento dal momento che questa Associazione aveva rilevato forti anomalie nell’indicazione di terreni di proprietà del sig. Potito Randi/Spea/Villeroy visto che, al di là delle considerazioni fatte sugli atti di provenienza (donazione ad uso specifico e perpetuo), sulla perizia venivano riportati terreni dichiaratamente di proprietà pubblica, come documentato nella delibera consiliare di cui all’oggetto. La valutazione fatta sui terreni oggetto di scambio, da parte del Comune di Teramo, ammonta ad € 80,41,  molto al di sotto del valore proposto dai CTU nell’ultima vendita € 325,00.

Orbene da cittadini chiediamo ai soggetti in indirizzo di fornirci indicazioni nel merito per capire se è sbagliata la valutazione fatta dai CTU,  oppure è sbagliata quella proposta dal Comune. Se è vera la prima considerazione, la perizia redatta dai CTU sia per gli errori nell’indicazioni di messa in vendita di aree di proprietà pubblica che per errore di valutazione non andava o non può essere pagata, se è vera la seconda condizione si profila qualche responsabilità di danno erariale.

Ed ancora.

Sulla scorta di quali elementi di evidenza pubblica il Comune ha deciso di scambiare i beni con il Tribunale,  rilevato che ci sono cittadini con abitazione fronte terreni che potevano essere interessati all’acquisto?

La valutazione dei terreni pari ad € 80,41/mq da parte del comune sulla scorta di quali valori venali di mercato è stata fatta rilevato che la seconda vendita da parte del tribunale riporta un valore di € € 325,00/mq?

Perché il Comune ha perso del tempo per la valutazione dei terreni dal momento che esisteva una perizia redatta da CTU nominati dal tribunale?

Perché il comune scambia terreni con il tribunale dal momento che quei terreni sono già in capo al comune?

 I  signori in indirizzo sono  gentilmente pregati di fornire risposte a questa Associazione e in generale a quei cittadini che hanno a cuore il pubblico interesse.

Con la presente, considerata  la rilevanza della questione, senza pregiudiziale alcuna,  dichiariamo la disponibilità a un pubblico confronto, sulla base di riscontri oggettivi e  documentazioni esibite,  nell’interesse generale della collettività.

            Teramo 21 Aprile 2015                                                                                        

                                                                                     Il Presidente

                                                        Associazione Culturale Quartiere Gammarana

                                                                           Ing. Alfonso Marcozzi