Al Sig. Sindaco del Comune di
Teramo
Al Sig. Presidente
del Tribunale di Teramo
Al Sig.
Giudice fallimentare presso il Tribunale di Teramo
Al Sig. Segretario Generale del Comune di Teramo
Al Responsabile del patrimonio pubblico del Comune di Teramo
Al Sig. Dirigente del
Catasto di Teramo – presso Agenzia delle Entrate
Ai Capigruppo del
Consiglio Comunale di Teramo
OGGETTO: RICHIESTA DI CHIARIMENTI SUI TERRENI, IN
GAMMARANA, OVE INSISTEVA IL SITO INDUSTRIALE DELLA VILLEROY “ EX SPICA”,
OGGETTO DI VENDITA DA PARTE DEL TRIBUNALE DI TERAMO – CESSIONI FRUSTOLI
STRADALI DELIBERA CONSIGLIO COMUNALE N. 2 DEL 29.01.2015
Egregio
Sig.ri in indirizzo, nell’ottica di
collaborazione che contraddistingue
questa Associazione Culturale poniamo alla Vostra attenzione alcune situazioni,
a nostro giudizio poco chiare, riferibili al
sito della ex Villeroy, nella zona Gammarana,
oggetto di vendita da parte del Tribunale di Teramo Sezione
Fallimentare.
Dalla
lettura della delibera del Consiglio Comunale, citata in oggetto, emerge che le aree oggetto di cessione e
scambio sono quelle provenienti dalle donazioni fatte dal Comune di Teramo a rogito
del notaio Franchi allegate alla presente.
Le
aree, in vendita da parte del tribunale e oggi in parte oggetto di scambio, furono
appunto donate dall’allora Amministrazione comunale, Sindaco il Colonnello
Gaetano Biocca, al Sig. Potito Randi/Spea/Villeroy con l’unico fine “esclusivo e perpetuo” (come evidenziato in rosso negli atti
allegati) volto alla realizzazione di
una fabbrica, denominata SPICA, per la
produzione di mattonelle.
Ci
si riferisce in particolare all’atto di donazione a rogito del notaio Mario
Franchi, Rep. 270/145 del 21 gennaio 1954,
il quale, per espressa volontà
del Consiglio Comunale, donava al sig.
Potito Franchi poco piu’ di 3 ettari di terreno del valore presunto, all’epoca,
di 31 milioni.
Nello
specifico il deliberato del consiglio riporta testualmente “ l’atto
di donazione viene effettuato alla essenziale condizione che su detta area
abbia a sorgere uno stabilimento industriale da costruirsi dalla Società
Prodotti Industrie Ceramiche e Affini
S.P.I.C.A ……….” così come riportato nel succitato atto.
Nel
successivo atto di donazione del 22 dicembre 1955 rep.818/414, sempre a rogito
del Notaio Mario Franchi, e su espressa volontà del Consiglio Comunale, venivano donati al Sig. Potito Randi altri
2500 mq circa.
Nello
specifico il deliberato del Consiglio Comunale riporta testualmente “donare alla Società Prodotti Industriali Ceramiche e Affini S.P.I.C.A.
anche i due appezzamenti di terreno ………….. a condizione che su detti
appezzamenti abbiano a sorgere costruzioni connesse all’attività dello
stabilimento e destinate in perpetuo a tale uso.” così come riportato nel
succitato atto. Gli stralci degli atti notarili richiamati sono allegati alla
presente.
Nel delibera del consiglio
comunale non vi è traccia di come dette aree siano diventate di proprietà del
sig. Potito Randi/Spea/Villeroy.
Analizzata questa prima criticità,
di cui abbiamo chiesto da tempo risposte ma mai formulate e con al presente
torniamo a sollecitare i sig.ri in indirizzo affinché nel merito si pronuncino,
andiamo analizzare un altro aspetto della citata delibera del consiglio
comunale.
In detta delibera appunto si richiamano
solo gli atti notarili citati per giustificare la titolarità dei beni in capo al
sig. Potito Randi/Spica/Villeroy.
Orbene basta andare a confrontare
visivamente l’allegato 1 (Planimetria catastale) e le planimetrie collegate
agli stralci degli atti notarili per rendersi conto che le aree oggetto di scambio non sono nella
titolarità del sig. Potito Randi/Spea/Villeroy.
Quindi in sostanza il Comune scambia e riscambia le proprie aree.
Nella delibera consiliare viene
richiamato un documento, o meglio un atto unilaterale (prodotto dalla curatela e non dal comune) che predispone una
ricognizione dei beni.
Al di là dello scambio epistolare
di note tra le parti per cercare di sanare una situazione paradossale non vi è
traccia di nessun atto pubblico che porti le aree oggetto di scambio in capo al
sig. Potito Randi/Spea/Villeroy. Si fa presente che le suddette note di
verifiche sono state poste in essere dopo che l’ Associazione scrivente aveva
sollevato dubbi sulla titolarità del bene.
Andando ad analizzare la
planimetria allegata alla perizia di stima redatta dai Consulenti del tribunale
(Allegato 2) si evince chiaramente che alcuni terreni oggetto di scambio non entravano
nella vendita da parte del tribunale.
La perizia redatta dai consulenti,
come chiaramente acclarato dalla delibera consiliare, portava nel conteggio
delle aree da vendere immobili palesemente in proprietà al Comune e accatasti
poco prima della redazione della perizia come relitti stradali.
Sulla scorta delle prime considerazioni
di cui sopra ai Sigg. in indirizzo si chiede:
- quali sono stati gli atti
pubblici di Consiglio Comunale che hanno classificato le particelle
catastali come relitti stradali e consegnati all’ ex ufficio territoriale
del Catasto,
- se la perizia redatta dai
CTU con errori nella individuazione della aree da mettere in vendita è
stata pagata, rilevato che i
creditori si vedono eroso il patrimonio.
La
perizia redatta dai CTU in data 01.12.2009 portava come valore dell’area
oggetto di vendita un importo pari a €
9.400.000 per un totale di mq 20.000.
Gli stessi CTU affermavano che detto
valore teneva conto dell’attuale crisi economica finanziaria. Si ricorda altresì che detta area, prima
delle tentate vendite, era stata oggetto di intervento di demolizione e rimozione
amianto per un importo di circa € 1.200.000. Da
conti banali si arriva ad una prima valutazione del valore di mercato delle aree
9.400.000/20.000= 470,00 €/mq. La
prima tentata vendita del 04 marzo 2010 andava deserta.
Veniva fissata un’altra data di
vendita per il giorno 21 luglio 2011 ad un prezzo di € 6.500.000 quindi con un valore a mq di area pari a 6.500.000/20.000=
€ 325,00/mq.
In ogni caso ambedue le vendite non potevano
essere portate a compimento dal momento che questa Associazione aveva rilevato
forti anomalie nell’indicazione di terreni di proprietà del sig. Potito
Randi/Spea/Villeroy visto che, al di là delle considerazioni fatte sugli atti
di provenienza (donazione ad uso
specifico e perpetuo), sulla perizia venivano riportati terreni
dichiaratamente di proprietà pubblica, come documentato nella delibera consiliare
di cui all’oggetto. La valutazione fatta sui terreni oggetto di scambio, da
parte del Comune di Teramo, ammonta ad €
80,41, molto al di sotto del valore
proposto dai CTU nell’ultima vendita €
325,00.
Orbene da cittadini chiediamo ai
soggetti in indirizzo di fornirci indicazioni nel merito per capire se è
sbagliata la valutazione fatta dai CTU, oppure è sbagliata quella proposta dal Comune.
Se è vera la prima considerazione, la perizia redatta dai CTU sia per gli
errori nell’indicazioni di messa in vendita di aree di proprietà pubblica che
per errore di valutazione non andava o non può essere pagata, se è vera la
seconda condizione si profila qualche responsabilità di danno erariale.
Ed ancora.
Sulla scorta di quali elementi di
evidenza pubblica il Comune ha deciso di scambiare i beni con il Tribunale, rilevato che ci sono cittadini con abitazione
fronte terreni che potevano essere interessati all’acquisto?
La valutazione dei terreni pari
ad € 80,41/mq da parte del comune sulla scorta di quali valori venali di
mercato è stata fatta rilevato che la seconda vendita da parte del tribunale
riporta un valore di € € 325,00/mq?
Perché il Comune ha perso del
tempo per la valutazione dei terreni dal momento che esisteva una perizia
redatta da CTU nominati dal tribunale?
Perché il comune scambia terreni
con il tribunale dal momento che quei terreni sono già in capo al comune?
I signori in indirizzo sono gentilmente pregati di fornire risposte a
questa Associazione e in generale a quei cittadini che hanno a cuore il
pubblico interesse.
Con la presente, considerata la rilevanza della questione, senza
pregiudiziale alcuna, dichiariamo la
disponibilità a un pubblico confronto, sulla base di riscontri oggettivi e documentazioni esibite, nell’interesse generale della collettività.
Teramo
21 Aprile 2015
Il
Presidente
Associazione
Culturale Quartiere Gammarana
Ing.
Alfonso Marcozzi
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